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GEOTERMIA

Torino-Lione, in fondo al tunnel… la sostenibilità!

Economia circolare e opportunità per il territorio. Questo si conferma essere la linea transfrontaliera Torino-Lione, una delle opere più importanti per l’Italia e l’Europa.


È uno dei progetti di cooperazione industriale italo-francese che potrebbe svolgere un ruolo cruciale nel rilancio della nostra economia. La linea Torino-Lione rappresenta infatti l’anello centrale di un corridoio che interessa il 18 per cento della popolazione europea e attraversa regioni che contribuiscono per il 17 per cento al Pil comunitario. Una infrastruttura che - nonostante una certa miopia ideologica - sarà efficiente, sostenibile ed ecologica. Anzi, lo è già a partire dal cantiere. Non solo perché il trasporto su rotaia porta indubbi vantaggi nella riduzione dei gas climalteranti, ma anche perché lascerà ai territori interessati, una volta terminati i lavori, l’opportunità per sperimentare soluzioni innovative, generare valore aggiunto e attrarre investimenti per l’economia sostenibile.


È il caso dell’acqua calda intercettata durante lo scavo del tunnel di base a Chiomonte, risorsa geotermica che diventerà energia pulita e sostenibile per il cantiere italiano della linea ferroviaria Torino-Lione e che sarà poi messa a disposizione della collettività che potrà utilizzarla sul territorio della Val di Susa.

Le opportunità derivanti dalla geotermia sono state approfondite in uno studio condotto da TELT con il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture (DIATI) e il dipartimento Energia (DENERG) del Politecnico di Torino. L’azione si inserisce nel quadro dei principi e degli obiettivi di sviluppo sostenibile sui Sustainable Development Goals (SDG) che TELT si è impegnata a perseguire nel 2015, dalla sua adesione al Global Compact delle Nazioni Unite.

Si tratta di una forma di energia alternativa generata dal calore naturale della Terra, una risorsa sostenibile, rinnovabile ed economicamente conveniente, la cui efficienza è legata alla distanza tra il punto di produzione e quello di utilizzo. Proprio per questo il territorio limitrofo - sia in Italia che in Francia - è quello che può beneficiare delle ricadute positive legate all’utilizzo di questa risorsa.


La ricerca è durata due anni e mezzo e ha portato a definire e valutare diverse ipotesi di impiego della risorsa geotermica, sia nella fase di lavori sia in quella di esercizio.

La potenza termica generata è stata stimata tra i 9,3 e i 14,4 MW; a fronte di questi dati il Politecnico ha selezionato gli scenari di utilizzo a maggior valore aggiunto.

In particolare sono state approfondite alcune ipotesi di utilizzo a Chiomonte, durante gli anni di lavori. L’alimentazione di uno spazio visitatori e degli uffici di cantiere comporterebbe un risparmio di energia di circa 264 MWh/anno rispetto a un impianto di riscaldamento tradizionale, una riduzione delle emissioni di CO2 di circa 57 tonnellate l’anno e un risparmio annuo stimato in circa 7.000 euro.

Non solo; sarà anche possibile teleriscaldare anche 80 edifici, per un volume complessivo di circa 120.000 m3, e alimentare serre idroponiche e per la orto-floricoltura.


Ma non finisce qui. Altre ipotesi sono state analizzate per l’uso a lavori ultimati, dopo il 2030, a Susa, dove le acque calde confluiranno al termine dei lavori.

Il territorio potrà disporre di calore geotermico per teleriscaldare 2.000 abitazioni, con un risparmio stimato di energia di circa 16,9 GWh/anno, la piscina comunale e la stazione ferroviaria internazionale e dei rispettivi uffici, con un risparmio di oltre il 70 per cento di energia e una riduzione di emissioni di CO2 di circa 161 tonnellate l’anno.


“La realizzazione di grandi opere – ha dichiarato Mario Virano, direttore generale di TELT - è un tema divisivo, lo era già all’epoca dello scavo del tunnel del Frejus. Ma una grande opera si fa perché crea valore aggiunto. La peggiore insostenibilità di un’infrastruttura è il declino delle relazioni e dei territori”.

I risultati della ricerca sono stati riassunti nella pubblicazione Acqua: energia dal Tunnel di base, disponibile qui


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