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SOSTENIBILITÀ

Terre rare e rinnovabili: 500 per cento in più di litio, grafite e cobalto

Se la crisi attuale dimostra come la sicurezza energetica non possa prescindere da un adeguato mix di fonti e fornitori, in un mondo che sogna un futuro tutto sostenibile sono altrettanto fondamentali le cosiddette terre rare.

I Rare Earth Elements (REE) sono infatti essenziali al funzionamento delle tecnologie alla base dei settori green, dal mondo delle rinnovabili a quello delle e-car, passando dalla chimica verde.

Servono infatti per i sensori elettrici, i convertitori catalitici indispensabili per le turbine eoliche, per i pannelli fotovoltaici e per le batterie delle auto elettriche.


Natura dei REE, analisi della domanda e sviluppo dei mercati sono al centro dell’articolo tratto dall’Energy Journal di CESI e pubblicato sul numero di Nuova Energia attualmente in distribuzione.


“17 metalli presenti nella tavola periodica degli elementi - si precisa nell’articolo - necessari in almeno 200 prodotti; così tanti da spingere I’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) e la Banca Mondiale a dedicare loro due studi che ne sanciscono in modo ufficiale la strategica importanza per un futuro verde”.

Materiali sui quali sarà enorme l’impatto della transizione energetica.


“Lo studio della Banca Mondiale Minerals for Climate Action: The Mineral Intensity of the Clean Energy Transition - prosegue l’analisi - afferma che per soddisfare la crescente domanda di energie rinnovabili e raggiungere l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature sotto i 2 °C, sarà necessario estrarre il 500 per cento in più di litio, grafite e cobalto”.

E se anche le previsioni su domanda e offerta variano ovviamente in base al minerale preso in esame, lo studio della International Energy Agency (IEA) Role of Critical Minerals in Clean Energy Transitions stima che il fabbisogno complessivo del settore energetico per i minerali critici potrebbe aumentare fino a sei volte entro il 2040.

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