I numeri parlano chiaro: 221 città italiane teleriscaldate, 267 reti in esercizio - che diventano 423 considerando anche quelle di piccolissime dimensioni - 382 milioni di metri cubi riscaldati, 12.356 GWh/anno termici consegnati all’utenza e 0,6 Mtep risparmiati (in termini di energia primaria), con quasi 2 milioni di tonnellate di CO2 evitate.
Sono solo alcuni dei dati presenti nella nuova edizione dell’Annuario Il Riscaldamento Urbano pubblicato dall’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano - AIRU sulla situazione del teleriscaldamento in Italia. Completo di schede tecniche di dettaglio e affiancato dalla pubblicazione di un estratto disponibile anche in lingua inglese, il volume offre una completa, dettagliata e aggiornata overview del settore, oltre a essere uno strumento operativo strategico per gli amministratori pubblici e gli energy manager.
I dati rispecchiano in larga misura la fotografia scattata lo scorso anno: se le reti del nostro Paese continuano a espandersi poco - soprattutto per l’assenza di un concreto sostegno allo sviluppo - si assiste tuttavia a un continuo miglioramento della loro efficienza e a sempre migliori performance, grazie all’ammodernamento degli impianti e a qualche significativo recupero di calore di scarto. In generale, la volumetria riscaldata allacciata alle reti esistenti ha subito un incremento di circa 6,6 milioni di metri cubi, raggiungendo in totale quasi 382 milioni di metri cubi.
“Nonostante le difficoltà di cui si è già ampiamente parlato in passato - scrive Ilaria Bottio, segretario generale dell’AIRU - il teleriscaldamento in Italia prosegue il suo percorso. Nel 2022 ha festeggiato, oltre ai 40 anni di storia dell’Associazione, altri compleanni significativi: compie 50 anni il teleriscaldamento di Brescia, 40 anni San Donato, 30 anni quello di Varese”.
Tra le novità rimarcabili, il via (finalmente!) alla realizzazione del teleriscaldamento di Lecco: un progetto interessante che recupererà calore dai cascami termici delle lavorazioni negli impianti industriali delle trafilerie di Caleotto e dal termovalorizzatore storico di Valmadrera.
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