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POLITICA ENERGETICA

Squeri (Forza Italia): “Il PNIEC? Contiene un vizio d’origine”

Proseguendo nelle sue consultazioni sui temi relativi alla transizione energetica, Nuova Energia ha incontrato l’onorevole Luca Squeri, commissario nella X Commissione Attività Produttive della Camera. Una chiacchierata che ha toccato tutti i temi di attualità sul tavolo politico: dalla gestione della cosa pubblica all’ambiente, dai rifiuti alla mobilità. Partendo ovviamente dal più scottante, il Recovery Fund.


“Non possiamo permetterci ulteriori perdite di tempo. Il fatto che a inizio gennaio il Paese si trovi nelle condizioni di non sapere con la dovuta precisione quello che sarà il contenuto del Recovery Plan e le modalità con cui sarà portato avanti, ci dice una cosa evidente: la compagine di governo è la responsabile dell’estremo ritardo e mostra tratti di incapacità e incompetenza. Poco capace di avere le idee chiare, poco competente nel proporre un piano che altri Paesi hanno già definito da tempo”.

Una miopia che purtroppo troviamo anche quando si parla di energia e strategie per traguardare gli obiettivi al 2030. “È bello pensare di eliminare il carbone al più presto, usare la corrente elettrica per risolvere tutti i problemi... Ma c’è una sostenibilità economica e sociale che deve essere presa in massima considerazione. È importante la capacità di considerare il concetto di sostenibilità in tutti i suoi aspetti”.

“Il carbone a mio avviso è un problema minore; quello vero è non avere un Piano nazionale equilibrato bensì fortemente sbilanciato sulla corrente elettrica e quindi sul gas, fonte che al 2050 dovremo avere avuto la capacità di sostituire”

All’interno dell’ampia intervista Luca Squeri pone l’accento su quello che considera un peccato originale del PNIEC: “Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima contiene un vizio di origine, un errore di fondo presente sin da quando è stato emanato. È sbagliato nel merito: troppo sbilanciato su una impostazione che mira a intensificare e a incrementare i consumi di elettricità. Il PNIEC rende questo vettore assoluto protagonista, come se tutto il sistema energetico debba concentrarsi lì, senza prestare attenzione al vero problema: sostituire le fonti fossili con le rinnovabili”.

“Sbagliando indirizzo - continua la sua analisi Squeri - porta inevitabilmente a sbagliare traiettoria, anche perché nel Piano non compare il principio di neutralità energetica che passa dal sostegno di tutte le fonti rinnovabili e da una maggiore libertà in merito alle scelte tecnologiche: non solo eolico e fotovoltaico, ma anche geotermia, idrico, biomasse devono poter concorrere al raggiungimento di una vera decarbonizzazione”.

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