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DECARBONIZZAZIONE

Ridurre le emissioni delle auto? Prima accordiamoci sul calcolo

Sebbene negli ultimi trent’anni l’UE sia riuscita a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, quelle prodotte dal settore dei trasporti hanno continuato ad aumentare. Secondo una relazione della Corte dei Conti Europea (ECA), gli obiettivi di riduzione dell’UE per le auto nuove non saranno raggiungibili finché mancheranno alcuni prerequisiti importanti.

All’origine dell’aumento delle emissioni di CO₂ legate alle vetture c’è il numero di auto attualmente in uso. Sulla base dei dati Eurostat e Odyssee-Mure, in 10 anni il parco circolante nell’UE è aumentato del 20 per cento, passando da 211 milioni nel 2010 a 253 milioni nel 2021. Anche se, per contro, la distanza media annuale percorsa è diminuita del 13 per cento, passando da 13.000 km nel 2004 a 11.300 km nel 2019.

 

Nonostante le grandi ambizioni europee e i requisiti stringenti, per la maggior parte delle vetture che circolano sulle strade dell’UE le emissioni calcolate in condizioni reali si sono ridotte di poco (-4,6 per cento per le auto a benzina). Il progresso tecnologico in termini di efficienza del motore è purtroppo annullato dall’aumento della massa dei veicoli (in media circa +10 per cento) e della potenza dei motori stessi (in media +25 per cento).

 

Tutto ciò, nonostante le norme contenute nel regolamento sui livelli di performance in materia di emissioni di CO₂ delle vetture nuove, l’atto legislativo di riferimento a livello UE adottato nel 2009 e oggetto di modifiche importanti nel 2019. Dal 2010 il regolamento ha fissato un valore-obiettivo di anno in anno decrescente in capo ai produttori automobilistici per le emissioni medie di CO₂ relative alle auto immatricolate nell’anno.

 

Ogni casa automobilistica è tenuta a dichiarare le emissioni di CO₂ di un veicolo sul certificato di conformità (CdC) e deve pagare un’indennità se non raggiunge valori-obiettivo specifici. I costruttori possono ridurre le emissioni producendo auto che consumano minori quantità di carburante, o veicoli a zero emissioni (allo scarico, aggiungiamo noi) o combinando le tecnologie (ad esempio, con auto ibride ricaricabili). Ai fini del regolamento, il calcolo delle emissioni di CO₂ prodotte dalle singole auto è basato sulle misurazioni effettuate in condizioni di laboratorio standardizzate.

 

Ricordiamo, peraltro, che le emissioni effettive dipendono grandemente dall’uso degli autoveicoli: maggiori saranno le percorrenze, maggiori saranno consumi ed emissioni, benché la proporzione dipenderà dall’efficienza.

 

La Corte dei Conti Europea, esaminato il quadro normativo UE in materia di omologazione dei veicoli (il cui scopo è assicurarsi che le emissioni misurate in laboratorio corrispondano ai livelli dichiarati dai costruttori), si aspettava che le autorità di omologazione degli Stati membri eseguissero controlli adeguati sui valori di CO₂ dichiarati nei CdC e che la Commissione disponesse di informazioni sufficienti a riguardo.

 

L’ECA ha invece riscontrato debolezze nei controlli degli Stati Membri sui valori di CO₂ dichiarati sul CdC. Le autorità di omologazione sono tenute ad assicurarsi che i costruttori abbiano verificato le emissioni di CO₂ di un numero minimo di veicoli prodotti; si tratta, nello specifico, di effettuare almeno una prova in laboratorio ogni 5.000 prodotti in ciascuna famiglia di veicoli. La qualità di queste verifiche deve essere garantita dalla presenza fisica delle autorità durante almeno una di queste prove per ogni costruttore nell’arco di tre anni. La Commissione è tenuta a effettuare valutazioni ogni cinque anni.

 

Nonostante il quadro normativo sia in vigore dal settembre 2020, a metà del 2023 la Commissione non aveva né effettuato né programmato alcuna valutazione e i contatti tra la Commissione e le autorità di omologazione nazionali si sono limitati a poche riunioni all’anno nel “Forum per lo scambio di informazioni sull’applicazione”.

 

Le debolezze nei controlli effettuati dalle autorità di omologazione, unite al fatto che la Commissione non sa come questi vengano svolti, si traducono in garanzie insufficienti circa l’esattezza dei valori di CO₂ indicati nei CdC. Ai sensi del regolamento sulle emissioni di CO₂ delle auto, la Commissione è adesso tenuta a raccogliere informazioni sul consumo reale di carburante di tutte le auto nuove immatricolate dal 2021 e a pubblicarle in forma aggregata.

 

Informazioni chiare e mirate sulle (effettive) emissioni e dunque sui consumi di carburante (reali) dei veicoli sarebbero anche d’aiuto nelle decisioni d’acquisto dei consumatori.



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