Lo sviluppo delle energie rinnovabili, la crescente elettrificazione e in generale l’aumento della domanda di energia a livello globale, portano con sé la necessità di migliorare la qualità delle infrastrutture di trasmissione e distribuzione. Spesso obsolete e comunque inadeguate per sopportare i nuovi carichi, le reti elettriche rischiando infatti di diventare uno dei principali ostacoli per la transizione.
Secondo uno studio di Rystad Energy, società di consulenza norvegese, per sostenere lo sviluppo delle rinnovabili in atto e contenere il riscaldamento globale nello scenario di 1,8 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali saranno necessari entro il 2030 investimenti nelle infrastrutture di trasmissione pari a 3,1 trilioni di dollari.
In particolare, per tenere il passo con l’elettrificazione in corso e l’aumento di capacità rinnovabile servirebbero, secondo l’analisi di Rystad Energy, altri 18 milioni di chilometri di rete. La lunghezza totale delle reti elettriche nel mondo dovrebbe toccare al 2030 la soglia di 104 milioni di chilometri, per poi raggiungere i 140 milioni nel 2050.
Sempre secondo il report, nel 2024 gli investimenti nella infrastruttura di trasmissione e distribuzione saranno pari a 374 miliardi di dollari, con il 30 per cento in capo alla Cina, che con l’India guiderà le iniziative di espansione della rete. Ampliamento che ha però come contraltare un maggiore utilizzo di rame, usato come conduttore nei cavi sotterranei e in quelli sottomarini: secondo lo studio, infatti, la realizzazione di 18 milioni di chilometri di linee elettriche comporterà l’uso di quasi 30 milioni di tonnellate di rame.
Attualmente la rete di trasmissione a livello globale è composta da 6 milioni di chilometri di linee ad alta tensione, mentre quella di distribuzione conta circa 8 milioni di chilometri di linee a media tensione e ben 72 milioni di chilometri di linee a bassa tensione.
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