È una delle principali fonti rinnovabili, eppure l’idroelettrico viene sovente messo in secondo (se non in terzo) piano. Ma non ovunque. Dopo oltre mezzo secolo, a margine di una conferenza organizzata dall’Istituto per l’energia per l’Europa sudorientale svoltasi ad Atene, Bulgaria e Romania hanno finalmente ripreso i colloqui per sviluppare questa fonte.
Si tratta della realizzazione della centrale idroelettrica di Turnu Măgurele-Nicopole, sul Danubio, corso d’acqua che fa da anche da confine tra i due Paesi. L’impianto - che avrà una capacità installata di 840 MW, con una produzione totale di 4,4 GWh l’anno - prevede due centrali idroelettriche identiche per attrezzature e potenza, una appartenente alla Romania, sulla riva sinistra del Danubio, e l’altra alla Bulgaria, sulla riva destra.
In questo modo la capacità installata sarà equamente divisa, con 420 MW per entrambi i Paesi, che potranno così contare su 2,2 GWh di elettricità generata ogni anno. Le due stazioni di collegamento saranno interconnesse da una linea elettrica aerea che attraversa il fiume.
Il progetto prevede anche la costruzione di due ponti e due chiuse per la navigazione, una su ciascuna sponda, per favorire il traffico fluviale. I primi studi per la costruzione della centrale idroelettrica di Turnu-Măgurele-Nicopol risalgono agli anni ‘60, ma dopo un primo accordo firmato nel 1975 il progetto si era arenato. Ora, forse, la svolta. Il tempo previsto per la realizzazione di questa importante infrastruttura è di otto anni.
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