Nonostante la pandemia non smetta di fare paura, le attività produttive sono in ripresa e i consumi stanno risalendo. Parrebbe una buona notizia, se le imprese non si trovassero a vivere una situazione paradossale...
Se, da un lato, la ripartenza dà nuova speranza per il futuro, dall’altra il costante rincaro delle materie prime - gas ed energia elettrica in primis - grava pesantemente sui bilanci. Quali sono le possibili strade da intraprendere per le PMI che si trovano a gestire un picco produttivo, ritrovandosi a pagare prezzi insostenibili per le commodity energetiche? Ne abbiamo parlato con Stefano Petrucci, Head of BtoB Solutions di Falck Renewables - Next Solutions.
“La soluzione dell’autoproduzione con il fotovoltaico rappresenta in questo momento la soluzione più immediata, anche rispetto all’efficienza energetica – spiega Petrucci - perché a differenza di quest’ultima non impatta sul sistema produttivo e non richiede cambi di paradigma. L’impresa non deve cambiare il modo con cui produce, né le abitudini con le quali produce”.
Se poi l’imprenditore decidesse di affidarsi ad un operatore terzo, cedendogli il diritto di superficie del proprio tetto, potrebbe godere dei benefici economici e ambientali liberandosi dalla gestione dei rischi e dal farsi carico dell’investimento in prima persona. Se poi sul tetto in questione ci fosse anche da rimuovere la copertura in presenza di amianto, il costo della bonifica sarebbe quasi interamente coperto dalla somma riconosciuta a seguito dell’accordo di cessione.
In aggiunta, il fotovoltaico per autoconsumo abbinato allo storage è una soluzione interessante anche dal punto di vista della rete. La necessità di flessibilità diventerà infatti sempre più rilevante - e remunerativo - e il tema degli accumuli da questo punto di vista è decisivo. Il consumatore - e quello industriale ancor di più - tipicamente è un soggetto che non ama sentir parlare di flessibilità, perché vuole consumare energia quando ne ha bisogno.
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