Alle spalle ha 85 anni di storia e ha dimostrato con i fatti che non solo la transizione energetica è possibile, ma anche profittevole. Tanto che oggi ERG opera in nove Paesi europei, con 3 GW di capacità rinnovabile e una struttura finanziaria molto solida. E, soprattutto, ha ancora tanti progetti in cantiere nel segno della sostenibilità.
Aspetti che Paolo Merli, Chief Executive Officer di ERG Spa, ha raccontato nell’ampia intervista di copertina pubblicata su Nuova Energia . “La forte propensione al cambiamento e la vision che contraddistinguono da sempre il Gruppo ci hanno permesso di intraprendere per primi un percorso di trasformazione del nostro modello di business che, in circa un decennio, ci ha resi pionieri della rivoluzione green in atto a livello globale”.
Transizione energetica che deve però essere anche sostenibile socialmente. “Nella nostra visione di business - spiega Merli - è centrale il tema della just transition. Un concetto che va ben oltre la decarbonizzazione attraverso le rinnovabili ma che punta alla realizzazione di una transizione equa e inclusiva che porti valore e benefici a tutti”.
A marzo 2023 ERG ha aggiornato il Piano industriale 2022-2026 prevedendo di aumentare la capacità eolica e solare di 2,2 GW entro il 2026 (per un target di complessivi 5 GW al 2027). Anche perché il cambiamento climatico e le crescenti tensioni geopolitiche dimostrano chiaramente come sia necessaria una decisa accelerazione nello sviluppo delle rinnovabili, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di indipendenza energetica.
Una strada da percorrere può essere rappresentata dal repowering: un’operazione di ringiovanimento degli impianti esistenti che consiste nella sostituzione di turbine ormai obsolete con nuove di ultima generazione, più potenti e performanti, con vantaggi ambientali e tecnologici evidenti.
“Il repowering permette di incrementare la generazione di energia, raddoppiando la capacità, triplicando la produzione e dimezzando il numero di aerogeneratori senza occupare suolo addizionale. Per questo rappresenta uno strumento fondamentale per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione”.
Una attività che però, almeno nel nostro Paese, si trova a dover affrontare ancora alcuni ostacoli, non solo autorizzativi. La principale limitazione è oggi costituita dalla discriminazione tariffaria del repowering nelle aste CfD rispetto agli impianti ex-novo, nonostante la complessità e onerosità dell’investimento derivante dalla rimozione dell’impianto esistente.
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