Formati da 74 isole – disperse su una superficie di 3 milioni di km2 - in cui abitano oltre 104.000 persone, gli Stati Federati di Micronesia (FSM), composti dagli Stati di Pohnpei, Kosrae, Chuuk e Yap, sono dipendenti in larga misura dal petrolio per il proprio approvvigionamento energetico.
Quest’ultimo è reso difficoltoso, come del resto tutte le attività commerciali, dall’estrema dispersione geografica, da collegamenti e trasporti limitati e dalla lontananza dai mercati di scambio; il più vicino, il Giappone, dista oltre 3.700 km.
La Banca Mondiale ha recentemente approvato l’Energy Sector Development Project che, con uno stanziamento di 30 milioni di dollari, ha l’obiettivo di migliorare l’affidabilità della fornitura di elettricità, espandere l’accesso all’elettricità e aumentare la produzione di energia rinnovabile. L’intervento della World Bank va ad affiancare e sostenere il National Energy Policy and Energy Master Plan degli Stati Federati di Micronesia, che punta a un aumento della capacità di generazione disponibile e all’efficienza dell’approvvigionamento di energia elettrica con il 30 per cento prodotto da fonti rinnovabili. Oggi l’FSM spende più di 40 milioni di dollari all’anno per l’importazione di combustibili.
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