Meno gas e più fotovoltaico, è questa la politica energetica scelta dalla Tunisia per il futuro. Aumentare la generazione da fonti rinnovabili per procedere nella decarbonizzazione e al tempo stesso diminuire la dipendenza dalle importazioni di gas naturale. Un tema sempre più attuale alla luce dei recenti avvenimenti.
Meno gas e più fotovoltaico. Per seguire questa strada il governo della Tunisia, che dipende fortemente dal gas algerino, ha avviato una gara internazionale per nuovi progetti solari per una capacità totale di 500 MW.
Tra quelli aggiudicati, entro la fine del 2022 sarà iniziata la costruzione dell’impianto fotovoltaico da 100 MW situato a Kairouan. Una volta operativa, la centrale sarà in grado di generare 250.000 GWh/anno, contribuendo a evitare 247.000 tonnellate di CO2 ogni anno.
Con la firma di un PPA ventennale l’energia sarà quindi acquistata dalla Société Tunisienne de l’Electricité et du Gaz (STEG).
Grazie al Piano solare tunisino (PST), il Governo del Paese nordafricano punta a produrre il 30 per cento dell’elettricità da rinnovabili entro il 2030.
“Questi 500 MW di nuova capacità solare - ha dichiarato Najla Bouden, primo ministro della Tunisia - consentiranno al Paese di ridurre le proprie importazioni di gas del 6 per cento”.
Va notato che, come si registra in molti Stati africani, anche in Tunisia negli ultimi anni il fabbisogno energetico sta gradualmente aumentando.
Basti pensare che nel periodo 2010-2019 si è registrato un incremento di oltre il 2 per cento annuo, dagli 8,4 Mtep del 2010 ai 9,6 Mtep del 2019.
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