Le interviste FEEM alla COP28. Una proposta informativa interessante, per spiegare la transizione energetica in modo semplice, grazie ad agili testi accompagnati da brevi video. Valeria Zanini ha intervistato Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e Direttore della Scuola di specializzazione di Igiene e Salute pubblica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma.
La COP28 - conclusa a Dubai a dicembre 2023 - è stata la prima a includere una giornata dedicata alla salute, con l’obiettivo di creare un consenso diffuso sulle azioni prioritarie dei sistemi sanitari per rispondere ai cambiamenti climatici, accanto ad impegni di finanziamento per l’implementazione di queste azioni.
“Il cambiamento climatico pone numerose sfide alla salute umana, degli individui e delle comunità - spiega Walter Ricciardi - tramite impatti diretti e indiretti”.
Da un lato, infatti, l’aumento delle temperature medie porta ad aumentato rischio di morte e morbilità per le persone più vulnerabili, a causa di ondate di calore che si determinano sempre più frequentemente. Dall’altro, i cambiamenti climatici influenzano la diffusione di malattie infettive quali la malaria, il Dengue, il virus del Nilo, tramite vettori come le zanzare.
Le mutazioni del clima implicano condizioni di vita più favorevoli per le zanzare per periodi di tempo più lunghi in varie zone del mondo, creando le condizioni per un’esposizione maggiore a numerose malattie infettive trasmesse da questi vettori.
Nonostante il cambiamento climatico avrà un impatto globale, ci sono aree geografiche e fasce economico-sociali che saranno molto più a rischio: il cambiamento climatico sarà un generatore di grandi disuguaglianze. Dal punto di vista della salute, a livello geografico le fasce più esposte sono in Paesi che hanno programmi di prevenzione e controllo sanitario meno strutturati e dove il climate change sta rendendo l’ambiente sempre più inabitabile, a causa di eventi estremi come le inondazioni, ma anche di eventi più lenti ma irreversibili, come l’aumento delle temperature o la desertificazione. A livello sociale, le fasce più vulnerabili sono quelle estreme a livello anagrafico (i più piccoli e i più vecchi) e quelle che hanno meno capacità di adattamento.
“Le sfide che questi rischi pongono sono epocali - prosegue Ricciardi - e devono spingere i Governi a rendere le politiche agricole, energetiche e, naturalmente, sanitarie adeguate a controllare il cambiamento climatico e diminuire i suoi impatti sulla salute umana”.
I sistemi sanitari devono innanzitutto acquisire la consapevolezza che esistono nuove sfide: quelle derivanti delle ondate di calore, per esempio, stanno ormai diventando comuni a tutte le latitudini. Ci saranno momenti dell’anno in cui in molte zone sarà impossibile lavorare all’esterno, e altri in cui assisteremo ad afflussi eccezionali nei pronto soccorso. Per questo bisogna organizzarsi, da un lato per prevenire, e dall’altro per essere pronti a intervenire, aumentando la capacità di risposta rapida.
A livello del sistema sanitario l’Italia è in una crisi strutturale. La sanità non è una priorità bipartisan ed è spesso vista più come un costo che come un investimento. E questo, conclude Ricciardi, è un errore, perché “l’investimento sulla sanità, sulla prevenzione, sulla diagnosi, sulla cura, sulla riabilitazione è il migliore che si possa fare”.
Comments