Abbondanti risorse geotermiche, solari e idroelettriche, fanno del Kenya uno dei Paesi africani più rinnovabili. L’ambizioso piano del Governo di Nairobi punta a raggiungere l’accesso universale all’energia elettrica entro fine 2022.
La geotermia, in particolare, assume un ruolo di guida in questo processo di transizione.
In particolare, il Governo keniota ha dato la priorità allo sviluppo di impianti di energia geotermica e a mini-reti alimentate da fotovoltaico per l’elettrificazione rurale, così da aumentare l’accesso all’energia nel Paese.
Geotermia che nel 2021 ha rappresentato proprio la fonte che più ha concorso a formare il mix energetico del Kenya.
Secondo il rapporto The Energy and Petroleum Statistics Report 2021 rilasciato dall’Energy and Petroleum Regulatory Authority (EPRA) del Kenya, lo scorso anno il mix energetico è stato infatti composto per il 40 per cento dalle fonti geotermiche, per il 30 per cento dall’idroelettrico, per il 16 per cento dall’eolico e per il 2 per cento dal solare.
Solo il rimanente 12 per cento è da ascriversi a fonti tradizionali quali gas e petrolio.
Grazie anche allo sviluppo di impianti rinnovabili, nel 2020 il tasso di accesso all’elettricità del Kenya è stato pari a quasi al 78 per cento, rispetto al 23 per cento del 2012 e al 15 per cento del 2005.
L’ambizioso piano del Governo di Nairobi punta a raggiungere l’accesso universale all’elettricità entro la fine del 2022.
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