Quando si parla di rinnovabili è quasi automatico pensare ai parchi eolici - onshore e offshore - e agli impianti solari. Eppure, anche sottoterra si cela una forma di energia totalmente green, la geotermia, con un potenziale spesso non sfruttato in pieno.
Non è così in Indonesia, dove il governo ha posto proprio lo sviluppo dell’energia geotermica come una delle priorità, fissando come obiettivo al 2035 una capacità geotermica di 9,3 GW. In particolare, l’ultimo rapporto Indonesia Power Market Size, Trends, Regulations, Competitive Landscape, and Forecast, 2022-2035 pubblicato dalla società d’analisi Global Data sottolinea come il governo di Giacarta abbia creato un fondo di 3,7 trilioni di rupie (pari a 275 milioni di dollari) per lo sviluppo di tale tecnologia e identificato oltre 300 siti per lo sfruttamento energetico in molte delle isole che compongono l’arcipelago, tra cui Sumatra, Java, Nusa Tenggara, Sulawesi e Maluku.
Grazie alle nuove leggi introdotte dal governo indonesiano, inoltre, lo sfruttamento geotermico non rientra più tra le attività minerarie - attualmente vietate nelle aree forestali ad alto valore di conservazione - e sono stati introdotti bonus di produzione per i territori di localizzazione dei campi geotermici, oltre ad aste per incoraggiare la partecipazione dell’industria.
Il maggiore impiego del calore della Terra potrà contribuire a raggiungere l’obiettivo del Paese di coprire il 23 per cento del proprio fabbisogno da fonti rinnovabili entro il 2060. Secondo una stima di Global Data, le riserve indonesiane sono pari a 24 GW, il 40 per cento delle risorse geotermiche mondiali.
Inoltre, grazie alla geotermia l’Indonesia potrà ridurre i costi derivanti dalla dipendenza dai combustibili fossili, che nel 2021 hanno pesato per 83,7 trilioni di rupie indonesiane (IDR) e per 77,5 trilioni di IDR nei primi nove mesi del 2022.
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