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GNL

In Sardegna pit stop per navi green

Con l’arrivo nel porto di Oristano dei primi 7.000 metri cubi di GNL, l’isola si appresta a diventare uno dei punti di rifornimento principali per le navi ibride di ultima generazione.


Una recente ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano (DICA) ha evidenziato come nel Mar Mediterraneo, nonostante la sua superficie sia solo lo 0,7 per cento degli oceani globali (2,51 Mkm2 contro 361 Mkm2 ), il traffico navale rappresenti tra il 5 per cento (per le navi da carico) e l’8 per cento (per quelle passeggeri) del traffico globale. Basta questo dato per capire quanto la circolazione marittima possa incidere pesantemente a livello di inquinamento.

A titolo di esempio, ENEA ha stimato che nei soli mesi estivi le emissioni navali nel Mediterraneo centrale contribuiscono per circa il 30 per cento ai solfati presenti nel particolato e per almeno il 10 per cento al PM10. Non solo; sempre secondo lo studio di ENEA, in alcuni casi il contributo delle emissioni navali al PM10 supera il valore di 6 microgrammi/metro cubo. Ridurre l’utilizzo di combustibili inquinanti rappresenta quindi una priorità anche per il settore marittimo e proprio i porti rappresentano un tassello decisivo per lo sviluppo di combustibili green.


Per questo risulta ancora più importante l’arrivo del primo carico di GNL nel porto di Oristano, dove la nave small-scale Avenir Accolade ha immesso i primi 7.000 metri cubi di gas naturale liquefatto, caricati nell’isola di Krk in Croazia, nel nuovo terminale di stoccaggio HIGAS. L’impianto, con una capacità totale di 9.000 metri cubi, è strutturato in 6 serbatoi modulari realizzati con materiali speciali, idonei a contenere il gas a una temperatura pari a -162 gradi e rinforzati con doppia parete. Struttura che potrà svolgere la duplice funzione di bunkeraggio, dedicato alla crescente flotta di navi ibride di ultima generazione, e al contempo garantire un primo approvvigionamento di gas in Sardegna, previo trasporto con appositi mezzi cisterna.

La frequenza degli scali delle navi gasiere, che in questa prima fase sarà mensile, dovrebbe aumentare in relazione di una maggiore richiesta di approvvigionamento, facendo diventare il porto di Oristano, per la sua posizione strategica, un importante punto di riferimento per il rifornimento delle navi green.


“Si apre una nuova prospettiva di sviluppo per la Sardegna – ha dichiarato Christian Solinas, presidente della Regione – e segna una tappa fondamentale per la realizzazione del processo di transizione ecologica dell’Isola. Questa giornata è il primo tangibile passo del progetto di sviluppo energetico sostenibile per colmare il gap infrastrutturale che separa la Sardegna dal resto del Paese e restituire alla nostra Isola una competitività energetica pari a quella delle regioni continentali”.

Il gas naturale liquefatto riduce in media del 25 per cento le emissioni di CO2 in atmosfera rispetto ai combustibili tradizionali e può avere molteplici utilizzi, dall’uso industriale all’autotrazione. La Direttiva europea 2014/94/EU (Direttiva DAFI) indica come necessaria l’installazione di punti di rifornimento, a mare o a terra, fissi o mobili, per il rifornimento di GNL nei porti marittimi che dovranno provvedere entro il 2025 alla costruzione di una vera e propria filiera del GNL per assicurare una continuità del rifornimento.


Sempre a Oristano, dopo gli ultimi test condotti con successo, a breve entrerà sul mercato anche il deposito costiero di GNL di Santa Giusta, con una capacità totale di 9.000 metri cubi.

“Questo è il primo scalo sardo - ha dichiarato Massimo Deiana, presidente dell’Autorità portuale sarda - che è ufficialmente già pronto a soddisfare la richiesta di GNL da parte delle numerose compagnie armatoriali che, negli ultimi anni, stanno investendo nella realizzazione di navi green. Una realtà forte di una posizione baricentrica che, sono certo, conferirà alla Sardegna un ruolo strategico per il bunkeraggio nel Mediterraneo e allo stesso tempo contribuirà ad un’accelerazione nel tanto atteso processo di metanizzazione dell’isola”.


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