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SOSTENIBILITÀ

In Madagascar una miniera green

Se traffico veicolare e riscaldamento domestico sono tra le cause principalmente additate come responsabili delle emissioni di gas climalteranti, non va dimenticata anche l’industria mineraria.


Soprattutto ora che, con l’aumento della produzione di batterie a servizio della mobilità elettrica, aumenta la richiesta e l’estrazione di alcuni minerali.

In Madagascar, per mitigare l’impatto ambientale della miniera di ilmenite - minerale usato per la produzione di biossido di titano, che viene utilizzato prevalentemente come pigmento bianco nelle vernici e nella carta - a Fort Dauphin, nel sud-est del Paese, sarà realizzato un impianto solare da 8 MW, un parco eolico da 12 MW e un sistema di accumulo di energia con batterie agli ioni di litio fino a 8,25 MW, che forniranno così energia rinnovabile per alimentare le operazioni della miniera.

L’impianto fotovoltaico, che dovrebbe diventare operativo all’inizio del 2022, sarà costituito da 18.000 pannelli mentre il parco eolico, che si prevede possa essere messo in funzione entro la fine del 2022, sarà alimentato da nove turbine.


“Questo progetto - ha dichiarato Andriatongarivo Tojonirina Andrisoa, segretario generale del Ministero dell’Energia e degli idrocarburi del Madagascar - è pienamente allineato con la nostra strategia per fare del Madagascar un punto di riferimento globale per l’uso di

energia rinnovabile nel settore minerario”.

Gli impianti eolici e solari forniranno il 100 per cento della domanda di elettricità della miniera durante i periodi di picco di produzione e fino al 60 per cento del fabbisogno energetico annuale.

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