L’opportunità di ricorrere al vettore idrogeno - opzione tecnologica in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico - si evidenzia sempre più chiaramente per affrontare le sfide poste dalla transizione energetica: dal funzionamento del sistema elettrico con una massiccia presenza di FER alla riduzione delle emissioni in quei settori in cui l’impiego dell’elettricità risulta particolarmente arduo.
In questo contesto si colloca lo studio Il vettore idrogeno: stato dell’arte e potenzialità dell’industria italiana, frutto della pluriennale collaborazione tra ANIE e RSE, che ha l’obiettivo di porre all’attenzione dei decisori alcune questioni: le motivazioni che giustificano il ricorso alle tecnologie dell’idrogeno, le possibili filiere di produzione, di trasporto e utilizzo, i relativi costi, le criticità da affrontare sul piano finanziario e regolatorio. Dallo studio emergono situazioni in cui già oggi l’H2 si avvicina a una convenienza se valutato in una ottica di sistema, altre in cui la fattibilità economica risulta ancora lontana.
“L’impiego di questo vettore è al centro del dibattito politico e industriale - ha dichiarato Federica Guidi, presidente di ANIE Energia. L’idrogeno è facile da produrre, versatile negli usi finali e non emette gas climalteranti in fase di utilizzo. Offre flessibilità e capacità di stoccaggio. Affiancato all’elettrificazione e agli altri carburanti rinnovabili è anche in grado di offrire alternative al sistema dei trasporti”.
L’idrogeno sarà dunque parte integrante del sistema energetico del futuro. Perché questo avvenga anche nel nostro Paese, a livello politico occorre però sviluppare un landscape nazionale sull’idrogeno con importanti investimenti lato CAPEX e OPEX per garantire l’economicità dei progetti.
“È sempre l’ingaggio che si crea tra le persone che permette di realizzare iniziative come quella di oggi - ha commentato Maurizio Delfanti, amministratore delegato di RSE. Il segno di questa giornata è anche il filo rosso che lega i capitoli dello studio: quanto è necessario l’idrogeno in questo momento evolutivo del settore energetico, quanto sarà decisivo nel 2030 e quanto diventerà imprescindibile nelle decadi successive”.
Oggi il sistema non ha infatti necessità bruciante di questo vettore; tuttavia, è più che necessario capire come la filiera dell’idrogeno impatta sulle nostre, esistenti e future, investire oggi sui segmenti che ancora non abbiamo e far sì che gli investimenti vadano nelle direzioni più utili. È più che opportuno prepararci per un futuro in cui questo vettore sarà essenziale, per anticipare e non lasciarci sorpassare da tecnologie che arrivano da altri continenti. Altrove è infatti possibile fare alcune scelte più facilmente e immediatamente rispetto a un contesto istituzionale articolato e complesso come è il nostro europeo.
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