Gli effetti del cambiamento climatico colpiscono anche il settore energetico, in particolare quello idroelettrico. Il report Short-Term Energy Outlook, pubblicato dall’US-Energy Information Administration (US-EIA), prevede che a fine 2024 la produzione di elettricità dalle centrali idroelettriche americane sarà inferiore del 13 per cento rispetto alla media decennale; la più bassa dal 2001.
La US-EIA prevede che nella regione nord-occidentale, che ospita la maggior parte della capacità idroelettrica del Paese, la produzione raggiungerà un totale di 101,8 TWh, segnando un calo del 23 per cento rispetto alla media decennale di 132,8 TWh e dell’1 per cento rispetto a quella del 2023.
A fine settembre l’approvvigionamento idrico della diga Dalles, considerata un indicatore delle condizioni nel corso superiore del fiume Columbia, era al 74 per cento della media trentennale per i mesi estivi. Le sei centrali idroelettriche sul fiume Missouri, che a settembre presentava l’81 per cento del bacino in condizioni di siccità, genereranno nel 2024 elettricità per 8,1 TWh, rispetto alla media a lungo termine di 9,4 TWh.
Una situazione critica confermata anche dai dati rilasciati dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti che vedono a fine settembre la capacità dei bacini dell’Oregon, dell’Idaho e dello Stato di Washington rispettivamente al 48, 60 e 67 per cento.
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