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EOLICO

I forti venti spingono l’eolico in Polonia, le leggi lo frenano

In un Paese dove il carbone la fa ancora da padrone, con l’approvazione della Politica energetica al 2040 (PEP 40) la Polonia si è posta come obiettivo da qui a vent’anni di avere almeno il 50 per cento della capacità installata costituita da FER. Con un ruolo fondamentale riservato all’eolico.

Una spinta - in tutti i sensi - l’ha data la recente tempesta che si è abbattuta sull’Europa del nord accompagnata da forti venti. Grazie alla loro straordinaria intensità, in quei giorni l’energia prodotta dagli impianti eolici ha infatti potuto coprire circa il 30 per cento della domanda di elettricità del Paese.


Secondo l’Associazione polacca per l’energia eolica (PSEW - Polskie Stowarzyszenie Energetyki Wiatrowej), grazie al vento sono stati generati 6.700 MW, soddisfacendo circa il 30 per cento del fabbisogno energetico della Polonia, a fronte di una media annua del 10 per cento. Sempre secondo la PSEW, grazie alle condizioni meteo favorevoli, tutto il mese di gennaio è stato caratterizzato da record di produzione eolica, con oltre 2,5 TWh generati.


“Al momento dell’ultimo record - ha dichiarato Janusz Gajowiecki, presidente di PSEW - i parchi eolici onshore rappresentavano un terzo della domanda nazionale di elettricità, il che dimostra come il loro ruolo stia crescendo. Sfortunatamente, il settore delle rinnovabili non può sfruttare il suo grande potenziale e nessuna nuova wind farm potrà essere realizzata senza modifiche alla legge attuale”.

Secondo Eurostat, nel 2020 la produzione polacca da rinnovabili (tra eolico, solare e idroelettrico) ha rappresentato il 16,24 per cento del mix energetico del Paese.

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