La sicurezza degli approvvigionamenti è un tema centrale nelle politiche energetiche di ogni Paese, ancor più se il proprio principale fornitore parla russo. Come nel caso della Serbia, che riceve gran parte del gas da mosca attraverso il gasdotto Balkan Stream.
Una via alternativa è ora rappresentata dalla nuova interconnessione Serbia-Bulgaria, che garantirà la diversificazione per l’intera regione balcanica. Il gasdotto, messo ufficialmente in funzione con una cerimonia alla presenza dei Presidenti delle due nazioni, ha una capacità di 1,8 miliardi di metri cubi l’anno e collega Novi Iskar, vicino a Sofia, a Niš, in Serbia per una lunghezza totale di 170 chilometri (109 dei quali in territorio serbo).
Costato 85,5 milioni di euro, di cui 49,6 milioni finanziati dall’Unione Europea e 25 milioni dalla Banca Europea per gli Investimenti, consentirà alla Serbia di ricevere il gas dai terminali di GNL siti in Grecia e Turchia e dall’Azerbaigian. Il governo di Belgrado ha formalizzato un contratto commerciale con il governo di Baku per la fornitura di 400 milioni di metri cubi di gas naturale entro la fine del 2024.
L’Azerbaigian ha esportato in Europa 11 miliardi di metri cubi di gas nel 2022, diventati 12 nel 2023; quantità che aumenterà progressivamente entro il 2027 nell’ambito di un memorandum d’intesa siglato con la Commissione Europea nel luglio 2022.
Comentários