Il 2022, grazie anche alla crisi energetica, ha segnato una forte accelerazione nello sviluppo di nuovi impianti di generazione rinnovabile, con una crescita ovviamente conseguente del volume d’affari per le aziende del settore. Un mercato, soprattutto quello dei componenti, che continua a guardare a Oriente.
Secondo i dati rilasciati dagli analisti di Wood Mackenzie, nel 2022 le esportazioni di moduli fotovoltaici, wafer e celle solari di produzione cinese sono cresciute del 64 per cento, raggiungendo i 52 miliardi di dollari. In particolare, l’export di moduli è cresciuto del 42 per cento rispetto al 2021, quello di wafer del 44 e quello delle celle addirittura del 111 per cento.
Moduli fotovoltaici made in China che sono risultati più economici anche del 57 per cento rispetto a quelli prodotti nella UE e negli Stati Uniti e che hanno visto l’Europa confermarsi come principale destinazione, con una quota del 56 per cento.
Divario di prezzo, sottolinea l’analisi di Wood Mackenzie, determinato principalmente dal costo dei materiali, dai vantaggi di un’economia di scala e dal sostegno governativo. Sempre secondo il report, la capacità di esportazione cinese di wafer e celle crescerà fino a oltre 230 GW nel 2026, quella dei moduli arriverà a 149 GW.
Per incentivare lo sviluppo dell’industria manifatturiera solare, il governo degli Stati Uniti ha annunciato lo stanziamento di 41 miliardi di dollari attraverso l’Inflation Reduction Act (IRA). A fine 2022 l’industria fotovoltaica USA aveva una capacità di produzione di 42 GW lungo tutta la catena di approvvigionamento, secondo i dati della Solar Energy Industries Association.
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