Per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione e installare nuova capacità rinnovabile e produrre energia verde i classici impianti sulla terraferma non bastano più. Per questo sono allo studio soluzioni sempre più tecnologiche e innovative, come l’eolico offshore flottante, l’agrivoltaico e il fotovoltaico galleggiante.
In Turchia, la Direzione Generale dei Lavori Idraulici Statali (DSI) ha annunciato di aver messo in funzione un impianto fotovoltaico galleggiante da 1 MW nel bacino della diga di Keban, nella provincia di Elazığ, in Anatolia orientale. L’impianto pilota, il primo nel suo genere nel Paese, è composto da 1.840 pannelli e si stima possa produrre 1,8 GWh l’anno.
Il parco solare galleggiante, da 2,2 milioni di euro, è integrato con una centrale onshore da 2 MW, composta da 5.028 pannelli posati su una superficie di 1,5 ettari, che potrà produrre ogni anno 4,2 GWh. Una vota in funzione, il sistema fornirà circa la metà dell’energia necessaria per irrigare 5.000 ettari di terreni coltivati, con una riduzione del 40 per cento dei costi per gli agricoltori.
In Turchia ci sono 944 dighe, escludendo quelle per l’acqua potabile, per una superficie totale dei bacini artificiali di 5.300 chilometri quadrati. Secondo il DSI, coprirne il 10 per cento con pannelli solari consentirebbe di aggiungere 53 GW di capacità rinnovabile ed eviterebbe l’evaporazione di 540 milioni di metri cubi di acqua ogni anno. Proprio in previsione di uno sviluppo del settore, la Turchia sta per introdurre una legislazione per regolare gli impianti solari galleggianti.
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