750 GW di capacità fotovoltaica: questo il nastro da tagliare entro il 2030 sulla strada della decarbonizzazione europea. Un obiettivo che può essere raggiunto mettendo in campo (fuor di metafora!) tutte le tecnologie disponibili e utilizzando suolo agricolo, preservando al contempo le coltivazioni. L’agrivoltaico rappresenta infatti un approccio innovativo che unisce sulla stessa superficie produzione agricola e generazione di energia.
Questo duplice uso del territorio rappresenta un’opportunità anche per il settore agricolo, superando una dicotomia fino ad oggi imperante: coltivazione vs generazione. Oltre a produrre elettricità a costi inferiori rispetto ai più piccoli impianti fotovoltaici sui tetti, questa soluzione può rappresentare infatti una diversificazione delle entrate per gli agricoltori.
L’argivoltaico gioca un ruolo importante anche nella salvaguardia dei raccolti, sempre più in balia degli eventi climatici estremi. I pannelli solari proteggono infatti le colture da tempeste, dalla grandine e dal gelo. Grazie all’ombreggiamento e alla protezione dal vento riducono l’evaporazione, e le strutture più innovative consentono anche di raccogliere l’acqua piovana, così da utilizzarla per l’irrigazione. Il potenziale dell’agrivoltaico è evidente soprattutto nell’orticoltura e nella viticoltura, dove può concorrere ad aumentare le rese.
Vantaggi confermati dal progetto tedesco Modellregion Agri-Photovoltaik Baden-Württemberg, guidato dall’Istituto di ricerca Fraunhofer ISE con il finanziamento del Ministero dell’Ambiente, del clima e dell’energia e del Ministero dell’Alimentazione, delle aree rurali e della tutela dei consumatori. Focus del progetto, che terminerà a fine 2024, sono cinque terreni coltivati a pomacee e frutti di bosco dove sono stati realizzati impianti fotovoltaici.
E i risultati - ancorché provvisori - mostrano non solo che le colture realizzate sotto gli impianti beneficiano dell’ombreggiamento parziale, ma che i moduli fotovoltaici producono più elettricità di quanto ipotizzato, grazie al raffreddamento fornito dalle piante. Lo studio ha evidenziato come l’impianto realizzato sopra un meleto a Kressbronn, sul lago di Costanza, ha consentito un risparmio del 50 per cento del fabbisogno di irrigazione e addirittura diminuito del 70 per cento l’uso di pesticidi. Non solo: ha prodotto oltre il 20 per cento in più di elettricità rispetto a quanto previsto dalle simulazioni; una maggiore resa dovuta, secondo i ricercatori, dalla combinazione di raffreddamento evaporativo e ventilazione.
Agrivoltaico che, secondo il Fraunhofer ISE, in Germania ha un potenziale di 1,7 TW. Ma progetti pilota si stanno sviluppando in tutta Europa e proprio in Italia è sorto quello che al momento è il più grande parco agrivoltaico del continente. In Sicilia, piantagioni di fichi e olivi crescono tra moduli solari che hanno una capacità complessiva di 135 MW.
Vantaggi e opportunità che si stanno traducendo in una notevole crescita del mercato, che presenterà soluzioni, prodotti e gli ultimi sviluppi tecnologici a Intersolar Europe, la fiera leader a livello mondiale per l’industria solare in programma a Monaco di Baviera dal 19 al 21 giugno e che dedicherà un’attenzione particolare al fotovoltaico agricolo.
Organizzata da solar promotion, Intersolar fa parte di The Smarter E Europe, la più grande piattaforma europea per il settore dell’energia, che comprende anche le fiere settoriali EM-Power, dedicata alla gestione dell’energia e alle soluzioni energetiche interconnesse, Power2Drive, che si concentra sulle infrastrutture di ricarica e sulla mobilità elettrica, ed ees, dedicata alle batterie e i sistemi di stoccaggio dell’energia.
19-21 giugno 2024
Messe München
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