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CARBURANTI

Elettrico ed e-fuel a braccetto per ridurre l’impatto ambientale del parco circolante

I carburanti sintetici - altrimenti detti e-fuel - si presentano come un’opzione sostenibile sia per le normali autovetture, sia per il trasporto merci a lunga distanza, anche per quello marittimo e aereo. Con indubbi vantaggi in termini di diversificazione degli approvvigionamenti e di sicurezza energetica: merce sempre più rara, come la guerra in Ucraina ci sta mostrando.

Per diversi decenni a venire la mobilità elettrica e l’utilizzo degli e-fuel per le auto a combustione interna - valida ed ecologica alternativa ai normali carburanti- saranno complementari nella riduzione dell’impatto ambientale del parco circolante.


Le case automobilistiche ci credono, e alcune in modo particolare. Come ad esempio Porsche, che in collaborazione con la cilena Highly Innovative Fuels (HIF), l’italiana Enel e la tedesca Siemens, ha da poco inaugurato l’impianto Haru Oni, a Punta Arenas, nel sud del Cile, per la produzione industriale di e-fuel.


Il luogo gioca un ruolo fondamentale dal punto di vista ambientale: l’abbondanza di vento nei pressi dello stretto di Magellano permette a un impianto eolico da 3,4 MW di generare energia pulita, utilizzata per l’estrazione di idrogeno mediante l’elettrolisi dell’acqua. Grazie a varie reazioni chimiche, l’idrogeno è poi combinato con la CO2 dell’aria e convertito in carburante sintetico: l’e-fuel, appunto. Inoltre, Punta Arenas, trovandosi sul mare, permette una spedizione diretta via nave del carburante in qualsiasi porto del mondo - che, di fatto, rappresenta un altro modo per stoccare energia prodotta con fonti rinnovabili.


“Il potenziale degli e-fuel è enorme - ha dichiarato Michael Steiner, membro del comitato esecutivo per gli acquisti, lo sviluppo e la ricerca di Porsche AG. Attualmente ci sono più di 1,3 miliardi di veicoli con motori a combustione in tutto il mondo. Molti di questi saranno sulle strade per decenni a venire e i carburanti sintetici offrono ai proprietari di auto un’alternativa quasi a zero emissioni”.

Il fatto che circa la stessa quantità di anidride carbonica emessa nella combustione degli e-fuel sia utilizzata nella sintesi degli stessi rende il processo quasi carbon free. La produzione di carburante sintetico da parte della casa di Stoccarda fa, in verità, parte di un progetto di decarbonizzazione più ampio. Non a caso, durante l’inaugurazione è stata rifornita una 911, la Porsche per antonomasia, che rappresenta il passato, il presente e anche il futuro.


Produzione e utilizzo dell’ e-fuel prodotto in Cile cresceranno significativamente nei prossimi anni, partendo dai circa 130.000 litri l’anno - in cui il carburante sarà utilizzato in progetti faro come la Porsche Mobil 1 Supercup e presso i Porsche Experience Center - ai 55 milioni di litri l’anno entro la metà del decennio e ai 550 milioni di litri entro i due anni successivi. L’aumento progressivo dei volumi e un utilizzo sempre più diffuso consentiranno di ridurre i costi produttivi, rendendo i carburanti sintetici competitivi. E oltre a sostituire i fossili, possono essere con questi miscelati abbattendo le emissioni climalteranti.


Tanto che la casa tedesca ha previsto di ubicare un secondo impianto nel continente australe, più precisamente in Tasmania, la cui realizzazione inizierà nel 2024 e terminerà nel primo semestre del 2026. Con una vita operativa prevista di 40 anni, si produrranno 100 milioni di litri l’anno di e-fuel, l’equivalente della percorrenza annua di 52.000 automobili.


Samuele Monzani

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