Una indispensabile maggiore penetrazione delle rinnovabili comporta uno stress per il sistema elettrico, che deve diventare sempre più flessibile. Quali soluzioni tecnologiche andranno introdotte? L’infrastruttura di rete è pronta? E, soprattutto, il sistema elettrico italiano sarà in grado di accogliere 85 GW di nuova potenza rinnovabile al 2030?
Domande a cui non si è sottratto Domenico Villani, CEO di CESI, nell’ampia intervista di copertina pubblicata sul numero di Nuova Energia attualmente in distribuzione.
“L’innovazione connessa alla decarbonizzazione può essere vista come la combinazione di tecnologie, business models, market design e system operation. Nel nostro Paese si stanno compiendo passi da gigante per adeguare la rete elettrica all’inserimento degli impianti di energia rinnovabile”.
Rientra tra questi, per esempio, il progetto Tyrrhenian Link di Terna, che collegherà Campania, Sicilia e Sardegna e che in futuro consentirà di collegare anche la Tunisia. Altrettanto importante è lo sviluppo di una rete di sub transmission per inserire gli impianti eolici e fotovoltaici a livelli adeguati di tensione. E tra le tecnologie che svolgeranno un ruolo fondamentale per garantire stabilità, sicurezza e flessibilità del sistema, c’è ovviamente anche l’accumulo di energia attraverso batterie.
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