Da rifiuto a risorsa. Si può sintetizzare così il mantra dell’economia circolare. È quello che nel nostro Paese già avviene in molti campi e - fuor di metafora - è ciò che avverrà nei campi (coltivati) dell’Emilia Romagna.
Dagli scarti agricoli si otterrà infatti energia verde, grazie a un progetto che vede protagonisti la Regione, Confagricoltura Emilia-Romagna e la Confederazione generale bieticoltori italiani (CGBI). La produzione di biogas e biocarburante per la mobilità di nuova generazione avverrà grazie a impianti con potenza elettrica fino a 300 kW, a partire da sottoprodotti agricoli e reflui zootecnici sviluppati già da diversi anni dalla Confederazione.
Come sottolinea Marcello Ortenzi su TeatroNaturale.it, la coltivazione delle barbabietole per produrre biogas e biometano rappresenta una scelta innovativa per ampliare la rotazione agronomica e interrompere la monocoltura a cereali per 1.600 impianti presenti in Italia e alimentati prevalentemente a insilati. La barbabietola, inserita nel processo di digestione anaerobica, offre anche il vantaggio di aumentare la velocità fermentativa della bietola, utilizzando una quantità ottimale della razione, pari al 25-30 per cento.
Un’opportunità per tutto il centro-nord Italia per lo sviluppo e il rilancio dell’economia attraverso l’efficientamento energetico e la graduale decarbonizzazione dei trasporti, nell’ambito degli obiettivi prefissati dal Green Deal europeo.
“Le proposte delle associazioni vanno nella direzione dell’economia circolare e dell’impiego di sottoprodotti in grado di produrre energia, entrambe direttrici strategiche per la Regione Emilia-Romagna” ha dichiarato Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura.
“Il settore bieticolo-saccarifero è importante per la rotazione colturale e la produzione dello zucchero; comparto, quest’ultimo, che il nostro Paese deve provare a sostenere. La filiera rientra tra i finanziamenti regionali del Programma di sviluppo rurale, anche attraverso un premio accoppiato che riconosce significativi contributi a ettaro, e potrebbe promuovere l’integrazione del reddito di una fetta importante di imprese agricole del nostro territorio, anche di piccole dimensioni. Occorre quindi continuare a investire”.
La Confederazione generale bieticoltori italiani ha alle spalle oltre un secolo di storia. Riunisce le due storiche associazioni nazionali di bieticoltori, ANB e CNB, e affianca più di 5.000 imprese agricole nel percorso di crescita all’interno di efficienti filiere agroalimentari e agroenergetiche (biomasse, biogas e biometano). Da dieci anni valorizza il sottoprodotto della barbabietola da zucchero a fini energetici, che va ad alimentare i 18 impianti biogas aderenti al gruppo, riconoscendo all’associato una integrazione di reddito fino a 5 euro a tonnellata sul prezzo industriale.
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