L’avanzamento costante del cambiamento climatico può essere causa dell’aumento delle condizioni di disagio psichico. Tra gli effetti meno noti e spesso trascurati del climate change ci sono, infatti, anche gli impatti sulla salute mentale.
Una omissione non casuale, che andrebbe fatta risalire a un diffuso pregiudizio per cui la malattia psichica è considerata meno reale rispetto a una fisica.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima un aumento di 250.000 morti in eccesso ogni anno tra il 2030 e il 2050 a causa degli impatti dei cambiamenti climatici, diretti e indiretti, che includono morbilità e mortalità legate al calore, aumento delle malattie trasmesse da vettori (ad esempio febbre dengue, malaria), aumento delle malattie respiratorie e morbilità e mortalità dovute a eventi meteorologici estremi.
Il climate change può influenzare la salute mentale in molti modi. Siccità, inondazioni, innalzamento del livello del mare, aumento della temperatura possono produrre - attraverso mediatori di varia natura - un crescente disagio psichico. Una analisi dettagliata sugli lavori condotti in tema di relazione tra disastri e impatti sulla salute mentale ha rilevato che, in 36 studi svolti, tra il 7 e il 40 per cento di tutti i soggetti esaminati mostravano una qualche forma di psicopatologia. Le ondate di calore, in particolare, sono state spesso associate a disturbi mentali e comportamentali. Tra l’altro è stato riconosciuto che esiste una relazione tra aumento delle temperature e comportamenti aggressivi. Durante i mesi più caldi, infatti, è stato osservato un aumento dei tassi di criminalità e aggressività, nonché un aumento dei suicidi.
Nei fatti i disturbi mentali legati al climate change peggiorarono nel tempo; ad esempio, il tasso di disturbo da stress post-traumatico - causato nel 2005 dall’uragano Katrina nello Stato della Louisiana - passò dal 14,9 per cento otto mesi dopo il disastro al 20,9 per cento un anno dopo.
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