Il bioetanolo è un carburante sostenibile che può contribuire a centrare gli obiettivi fissati dall’Europa in termini di riduzione delle emissioni nocive e aumento dell’apporto delle fonti rinnovabili nella mobilità. L’evento di AssoDistil "Bioetanolo: la mobilità sostenibile è ora!".
La direttiva europea Renewable Energy Directive II, più nota come REDII, recepita lo scorso dicembre, pone obiettivi ambiziosi. Prevede infatti che entro il 2030 la quota minima di fonti rinnovabili nei carburanti immessi a consumo cresca almeno fino al 16 per cento. In quest’ottica AssoDistil, l’associazione che rappresenta le principali realtà del settore della distillazione, è convinta che il bioetanolo possa essere il miscelante green ideale per la benzina, arrivando a raggiungere quota 55.000 tonnellate/anno al 2023 e 320.000 al 2025.
“Secondo un rapporto dell’European Climate Foundation, l’utilizzo del 16 per cento di bioetanolo comporterà a livello europeo la costruzione di circa 950 impianti - ha affermato Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil - nonché investimenti per 10 miliardi di euro che genereranno 160.000 posti di lavoro. La stessa quota permetterà la riduzione delle emissioni del 60 per cento, 300.000 nuovi posti in agricoltura e 15 miliardi di euro in più l’anno di reddito per il comparto agricolo”.
Il bioetanolo promette vantaggi in termini sia di riduzione delle emissioni nel comparto della mobilità, grazie al risparmio di tonnellate di combustibili fossili, sia di smaltimento di residui agricoli, industriali e scarti agroalimentari. Si crea così una sinergia tra settori industriali differenti e agricoltura e petrolchimica collaborano per produrre un carburante green.
“La nostra politica di obbligo di miscelazione - ha dichiarato Giovanni Perrella, Energy Advisor del MITE -è stata molto cauta, siamo stati molto attenti nella gestione di questo target, ma abbiamo disegnato una curva di crescita graduale nell’immissione di biocarburante che ci ha portato a raggiungere e a superare l’obiettivo del 10 per cento al 2020 a costi più bassi rispetto ad altri settori”.
In Italia il bioetanolo si produce prevalentemente a partire da residui agricoli e biomasse non alimentari quali fecce, vinacce e scarti agroindustriali. Un vantaggio in termini di smaltimento dei rifiuti e produzione di energia da fonti rinnovabili.
“Tutto questo - conclude Giovanni Perrella - porta una nuova prospettiva nel mercato, perché parliamo di quantitativi elevati: arriveremo a 800.000 tonnellate aggiuntive rispetto al target del 16 per cento, a cui si aggiungerà la trasformazione di raffinerie in bioraffinerie”.
La maggior parte della produzione, tuttavia, attualmente è destinata all’export, principalmente verso Francia e Svizzera. Una situazione da cui traggono particolare vantaggio i francesi, che possono usufruire di un carburante che costa meno della metà rispetto agli altri: l’E85. Miscela che, in Francia, nel 2021 ha visto una crescita dei consumi rispetto all’anno precedente del 33 per cento.
“È una miscela che contiene una media del 75 per cento di etanolo – ha affermato Fabiola De Simone, Government Affairs Manager ePURE – European renewable ethanol - e permette di ridurre le emissioni del 50 per cento e il particolato del 90 per cento rispetto alla benzina. In Francia a febbraio 2022 copriva il 5,2 per cento delle vendite di benzina. È importante notare che, grazie a una tassazione favorevole e incentivi, l’E85 è particolarmente economico: l’11 marzo costava meno della metà delle altre miscele”.
Incentivi e politiche di supporto che AssoDistil chiedono di adottare al nostro Governo, per sostenere la produzione e il consumo di bioetanolo.
“La nostra richiesta è quella di avere obiettivi vincolanti e crescenti di immissione in consumo di bioetanolo, sia convenzionale che avanzato, nella filiera della benzina almeno fino al 2030 - ha sottolineato Sandro Cobror, direttore di AssoDistil. Inoltre, le accise gravanti sul bioetanolo sono inspiegabilmente equiparate a quelle della benzina, tra le più alte tra tutti i carburanti in commercio. Auspichiamo in questo senso una revisione che tenga conto dell’impatto ambientale dei singoli carburanti: paga di più chi inquina di più. In ultimo, come associazione, chiediamo un supporto agli investimenti in impianti per la produzione di bioetanolo avanzato accanto a uno snellimento burocratico che ad oggi rischia di penalizzare troppo il settore”.
Un comparto che sconta una limitazione che è un retaggio dell’industria petrolchimica, secondo Sergio Lombardini, Head of Biotech Business Unit Eni Versalis.
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