Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza l’Italia si è impegnata a destinare quasi il 40 per cento dei 191,5 miliardi del Recovery Fund per realizzare la transizione ecologica e dare un forte impulso allo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Fonti che in Italia hanno nell’idroelettrico l’interprete principale, generando il 40 per cento della nostra energia verde. E che va ulteriormente valorizzato se si vogliono raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e 2050, come spiega Gianni Vittorio Armani, vicepresidente di Elettricità Futura e amministratore delegato di Iren, in un articolo su Nuova Energia attualmente in distribuzione.
“Le caratteristiche quali-quantitative dell’idroelettrico – scrive Armani - rendono questa fonte insostituibile per garantire un sistema energetico efficiente e sicuro, a fronte di una sempre maggiore quota di energie rinnovabili non programmabili che dovrà essere in grado di accogliere, offrendo servizi di flessibilità e programmabilità grazie agli accumuli”.
Senza dimenticare che la filiera idroelettrica non solo è un asset industriale strategico per il nostro Paese, con una lunga tradizione nata nell’Ottocento, ma genera ricchezza e benessere per i territori che lo ospitano ed è fondamentale nel contrasto ai cambiamenti climatici. “L’idroelettrico – continua Gianni Vittorio Armani - tutela e conserva la risorsa idrica dei territori attraverso un utilizzo virtuoso dell’acqua che non opera nessuna alterazione. Infatti, gli impianti valorizzano il contenuto energetico dell’acqua restituendola intatta – in quantità e qualità – all’ambiente. L’idroelettrico è anche un potente alleato contro le sempre più frequenti ondate di siccità che colpiscono il nostro Paese, preservando le riserve idriche. Inoltre, contribuisce a contrastare i fenomeni di dissesto idrogeologico”.
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