Che la Toyota facesse sul serio con l’idrogeno era chiaro da un pezzo, almeno tra chi segue le automobili con passione. Nel fine settimana appena trascorso ne abbiamo avuto un’altra - dinamica - dimostrazione.
A fare da apripista al Rally di Ypres, tappa belga del campionato del mondo, è stata infatti la GR Yaris H2, alimentata appunto a idrogeno, e pilotata da Juha Kankkunen, una leggenda dei rally. Il primo ad aver vinto quattro volte il campionato del mondo - che con la Toyota ha corso a inizio carriera e vinto il suo ultimo mondiale (Celica Turbo 4WD, nel 1993) - non è andato certo con il piede leggero, ma la Yaris a idrogeno, bianca con le decalcomanie azzurre e nere, non ha mostrato alcuna esitazione e senza emettere neanche un grammo di CO2.
La vettura, verosimilmente, è la stessa presentata a dicembre scorso a Bruxelles. Condivide la meccanica con la Corolla, sempre alimentata a idrogeno, che corre in Giappone ormai da oltre un anno; non ne conosciamo i dettagli tecnici ma sappiamo che le prestazioni non sono inferiori a quelle ottenibili con l’alimentazione a benzina.
La GR Yaris H2, infatti - a differenza della Mirai, già arrivata alla seconda serie e regolarmente acquistabile anche in Italia - non è mossa dalla combinazione fuel cell-motore elettrico ma utilizza direttamente l’idrogeno nel motore 1.600 turbo con cuscinetti a sfera che, nella versione di serie alimentata a benzina con iniezione diretta e indiretta, eroga 261 CV e 360 Nm di coppia massima trasmessa alle ruote dalla trazione integrale e due differenziali autobloccanti Torsen meccanici.
Nota per i non appassionati: la Toyota GR Yaris - fortemente voluta da Akio Toyoda, che con la GR ha consolidato la stima e la gratitudine dei patiti d’auto di tutto il mondo - al di là del nome condivide molto poco con la popolare utilitaria, già auto dell’anno 2021.
GR infatti sta per Gazoo Racing, il reparto corse di Toyota, e la sigla non è presente per scena: si tratta infatti una vera homologation special che si colloca appieno nel solco di icone come la Ford Escort Cosworth, la Mitsubishi Lancer Evo, la Subaru Impreza Wrx, la Toyota Celica GT-Four e, sì, anche della sempre più mitica Lancia Delta.
Un mezzo così strettamente imparentato con le corse e con i rally (la disciplina più vicina alla strada) in effetti non si vedeva da vent’anni e infatti il successo è stato eclatante (basti vedere le quotazioni dell’usato e l’aumento di prezzo della vettura da nuova, per la quale tocca aspettare non poco).
C’è dunque da attendersi un utilizzo dell’idrogeno nei rally? Vedremo. Intanto, mentre aumentano le case automobilistiche interessate all’alimentazione a idrogeno anche per le vetture endotermiche, è sempre più chiaro che il futuro per il motore a scoppio, nelle competizioni e non solo, non è così nero, anche in Europa. È questa un’ottima notizia, non solo per l’ambiente, ma anche per la concorrenza; utile tanto al Pianeta quanto ai suoi abitanti.
a.s.
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