Gli attesissimi incentivi per l’acquisto di automobili nuove sono finalmente partiti. Da ieri alle 10 è infatti possibile inserire i contratti d’acquisto firmati a partire dal 16 maggio nella piattaforma informatica del ministero dello Sviluppo economico.
I fondi e gli importi unitari degli incentivi sono ripartiti in base alle emissioni di anidride carbonica (CO₂) per chilometro percorso, calcolate in fase di omologazione, che poi sono solo un altro modo per esprimere i km percorsi con un litro di carburante (o un metro cubo di gas naturale).
In caso di rottamazione - non obbligatoria - per le auto elettriche (0-20 gCO₂/km) e ibride plug-in (da 21 a 60 gCO₂/km) sono previsti ulteriori 2.000 euro da aggiungersi ai 3.000 per le prime e ai 2.000 per le seconde, con fondi totali rispettivamente di 220 milioni di euro e 225.
Per le auto con emissioni comprese tra 61-135 gCO₂/k, di qualsiasi alimentazione - metano, GPL, gasolio e benzina - non per forza ibride, dunque, sono disponibili 170 milioni di euro.
O meglio, erano disponibili visto che dopo 24 ore dall’operatività della piattaforma più di 100 milioni, quasi il 60 per cento del totale, sono stati già accaparrati.
Un risultato raggiunto nonostante servano (almeno) altre due condizioni per beneficiare dell’incentivo: prezzo massimo della vettura non superiore ai 35.000 euro + IVA (42.700 euro in tutto) e obbligo di rottamazione di un’altra auto.
L’incentivo dà diritto ad uno sconto di 2.000 euro; non tantissimo, ma evidentemente sufficiente a far correre gli acquirenti nelle concessionarie: 85.000 le auto che saranno incentivate e altrettante quelle rottamate.
È molto probabile che a breve resteranno disponibili solo i fondi per elettriche e ibride plug-in (queste ultime con un tetto al prezzo massimo più alto: 54.900 euro IVA inclusa).
Nonostante l’accresciuta offerta, l’arrivo di modelli più economici e tantissima pubblicità, gli italiani continuano a preferire (e di gran lunga) automobili che per muoversi non hanno bisogno della rete elettrica.
Per non parlare di moto e ciclomotori termici a cui erano stati destinati 10 milioni di euro, già esauriti.
Un dato di cui bisognerebbe tener conto se davvero si vuole svecchiare l’enorme parco circolante italiano, ormai prossimo ai 40 milioni contando le sole automobili.
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